LA CERIMONIA DEL TE’ GIAPPONESE
I monaci giapponesi che si erano recati nei templi Cinesi della dinastia dei Sogn scoprirono che il tè veniva utilizzato come medicina e come stimolante per rimanere svegli durante la meditazione.
Il fondatore della scuola rinzai, Eisai, presentò al suo ritorno allo shogun un trattato sul tè nel quale ne elogiava le virtù. Come risultato di questo, durante il periodo Kamakura (1185 – 1333) la pratica del bere il tè si diffuse nei monasteri zen e negli alti stati della società.
In questo periodo, grazie ai monaci zen cominciò la trasformazione dal punto di vista estetico e spirituale. In questo sviluppo estetico vennero inglobati i concetti di semplicità, misura e severità che vennero applicati nell’utilizzo degli utensili e degli oggetti d’arte coinvolti nella cerimonia.
“quando si preparano le foglie di tè, sono necessarie un’affinità particolare con l’acqua e il calore, una tradizione di ricordi da evocare, un modo tutto personale di offrire una storia.” (Okakura)
Nella stanza del tè il maestro è inginocchiato e durante la preparazione, l’ospite viene lasciato nel tokonoma, la nicchia nella quale generalmente viene messa una composizione floreale e un rotolo (una calligrafia, un dipinto, un haiku) appeso alla parete.
Durante la cerimonia del tè viene offerto il maccha, tè verde denso, molto amaro; per questo motivo, prima di porgere il tè viene offerto un dolcetto da sciogliere in bocca che attenua il gusto amaro proprio del maccha.
La tazza nella quale viene servito il tè va ruotata lentamente nel palmo della mano di 45° per 3 volte prima di bere, questo per fare in modo che la decorazione interna della tazza sia di fronte al viso di chi lo sta preparando e la decorazione principale esterna sia di fronte all’ospite.
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